L’asse tra Mar Arabico e Oceano Indiano 

In un contesto geopolitico sempre più incerto, cresce l’interconnessione energetica tra Golfo, India e ASEAN, con nuovi investimenti e alleanze strategiche. La regione emerge come snodo chiave per sicurezza, flessibilità e transizione energetica
In un contesto geopolitico sempre più incerto, cresce l’interconnessione energetica tra Golfo, India e ASEAN, con nuovi investimenti e alleanze strategiche. La regione emerge come snodo chiave per sicurezza, flessibilità e transizione energetica
di Phillip Cornell

A

fronte di un ordine globale sempre più frammentato, l’interdipendenza energetica assume nuove forme. Da anni tecnologie avanzate e catene del valore definiscono nuovi legami commerciali nel settore dell’energia, ma alcuni cambiamenti sono anche strategici. Alla luce dei dubbi sull’affidabilità dei corridoi energetici e commerciali incentrati sui mercati primari – causati dal transazionalismo americano, dallo stallo dello sviluppo cinese, dagli attacchi della Russia e dalla debolezza dell’Europa – vari paesi stanno diversificando i rapporti al fine di garantire sicurezza, flessibilità e resilienza energetica a lungo termine. Questo processo implica il ricorso a partner geograficamente più vicini e il rafforzamento di relazioni un tempo secondarie. Uno degli sviluppi più significativi in questo senso è il potenziamento della connettività energetica e infrastrutturale tra i paesi del Gulf Cooperation Council (CCG), l’Asia meridionale e l’ASEAN. 

 

 

Le nuove connessioni energetiche  

Queste connessioni non prendono la forma di un singolo gasdotto o progetto dominante, bensì di una rete sempre più estesa di investimenti strategici, infrastrutture transfrontaliere e allineamento delle politiche. Ne deriva un asse di interdipendenza e commercio energetico più orizzontale e più robusto che si snoda attraverso il Mar Arabico e l’Oceano Indiano, una regione ribattezzata con l’acronimo ASIO (dall’inglese Arabian Sea and Indian Ocean) coniato durante il nostro recente lavoro presso l’Atlantic Council. 

 

Le ragioni alla base di questo riallineamento sono strutturali. I legami economici più stretti e lo sviluppo demografico nella regione ASIO, la consistente crescita della domanda e gli imperativi della transizione energetica determinano un aumento del commercio di energia e dei flussi di investimento. Al contempo, il contesto geopolitico e le politiche commerciali inducono molti paesi a diversificare le fonti di approvvigionamento diminuendo la dipendenza dalle catene del valore occidentali o cinesi, evitando di schierarsi in modo netto da una parte e cercando un equilibrio che favorisca la collaborazione in seno alla regione. Antiche relazioni commerciali vengono rinnovate nel solco della complementarità economica e dell’interesse reciproco. 

 

I paesi che dispongono di ricchezze sovrane e di energia da esportare investono in infrastrutture fisiche per agevolare sia il commercio di combustibili fossili sia le energie pulite. Gli EAU sono sempre più attivi come investitori e sponsor di progetti interregionali. Masdar ha acquisito partecipazioni in alcuni colossi indiani dell’energia pulita e si è impegnata per ingenti investimenti in Malesia, mentre ADNOC ha investito in infrastrutture logistiche in India, Indonesia e in altri mercati del sud-est asiatico. L’Oman si è posizionato come hub per gli investimenti nella transizione energetica e per la logistica, sfruttando la sua posizione, i suoi porti e le sue mire nel segmento dell’idrogeno per accrescere i legami con l’India e il sud-est asiatico. Aramco ha investito decine di miliardi nel segmento downstream, in raffinerie indiane e malesi, mentre l’Arabia Saudita ha intensificato le relazioni bilaterali e la sua presenza commerciale tramite partnership di capitali che coinvolgono il Public Investment Fund (PIF). Anche altri fondi sovrani simili, come la Qatar Investment Authority e la Abu Dhabi Investment Authority, stanno investendo nelle infrastrutture indiane, nelle energie rinnovabili dell’ASEAN e nelle piattaforme digitali transregionali. Queste manovre strategiche indicano la precisa volontà dei paesi del Golfo di utilizzare la trasformazione economica interna e i loro programmi lungimiranti per seguire un percorso indipendente e posizionarsi come leader nelle nuove tecnologie e forme di energia. 

 

 

L’India e il Sud-est asiatico 

Al contempo, l’India dedica sempre più spazio alla costruzione di infrastrutture per l’approvvigionamento upstream e l’esportazione di tecnologie energetiche downstrem. Le aziende indiane pubbliche e private hanno rafforzato la loro presenza nel Golfo, non solo tramite accordi di importazione di GNL, ma anche attraverso lo sviluppo congiunto di raffinerie, impianti per la produzione di idrogeno e risorse rinnovabili. Nuova Delhi cerca di consolidare le partnership istituzionali con i paesi dell’ASEAN attraverso dialoghi multilaterali come l’India-ASEAN Energy Dialogue e la partecipazione alla pianificazione delle interconnessioni elettriche regionali. Inoltre, data la sua posizione geografica, l’India è al centro dei futuri interventi per collegare le reti dei paesi del CCG e dell’ASEAN, che consentiranno il bilanciamento del carico attraverso i fusi orari e favoriranno l’integrazione interregionale. 

 

Nel sud-est asiatico, i governi stanno facendo progressi concreti verso l’integrazione delle reti regionali. La leadership della regione nei segmenti dell’energia solare su larga scala e dello stoccaggio in batterie è in parte sostenuta dagli investimenti nelle tecnologie per le energie pulite del CCG, tramite aziende del calibro di Masdar e ACWA Power. Investimenti che si aggiungono ai grandi investimenti petroliferi downstream e agli accordi per il GNL dei produttori del Golfo. A fronte del rapido aumento della domanda di energia elettrica legato allo sviluppo e alla forte crescita demografica, paesi come l’Indonesia, la Malesia e il Vietnam occupano le prime voci del portafoglio ordini dei produttori di turbine a gas e delle società attive nelle rinnovabili. La crescita dell’offerta, gli investimenti nelle reti, le interconnessioni e la nuova ondata di richieste di data center delineano lo scenario per un ampliamento della connettività, che, secondo l’IEA, contempla ad esempio un incremento di cinque volte degli scambi di elettricità con l’Asia meridionale entro il 2030. Singapore è stato uno dei motori principali di questo recente slancio, grazie al decisivo supporto all’interconnettività e all’integrazione tra i paesi ASEAN: ha infatti incanalato le sue enormi riserve di capitale in una strategia di copertura alla luce dell’incertezza geopolitica. 

 

 

Una base per l’allineamento strategico 

In effetti, una delle caratteristiche distintive delle dinamiche energetiche nell’estesa area ASIO è il rafforzamento di nuove relazioni commerciali con un ampio allineamento diplomatico. Le partnership infrastrutturali sono sostenute sempre più spesso da fondi sovrani e da strategie di sviluppo nazionali che considerano l’interconnessione energetica una priorità geopolitica. Una linea che ben traspare dalle politiche degli stati del Golfo, i quali mirano a espandere la loro influenza verso est, così come dall’enfasi dell’ASEAN sulla sicurezza energetica regionale e dalla candidatura dell’India a leader strategico della regione. 

 

Tali sviluppi sollevano inoltre interrogativi importanti sul possibile allineamento degli standard, sulla gestione dei rischi geopolitici e sulla capacità di questi blocchi regionali di garantire una transizione energetica inclusiva e sicura. Tra il 2020 e il 2025, i paesi della regione hanno firmato una serie di accordi bilaterali di partenariato economico globale e rafforzato l’orientamento al multilateralismo, che pure non ha funzionato a livello globale. A ottobre 2024 l’India e i paesi ASEAN hanno ufficializzato una partnership strategica e a maggio 2025 il secondo vertice CCG-ASEAN a Kuala Lumpur ha delineato quella che l’Asia Times ha definito “una visione civile in un mondo frammentato”. 

 

Se questi paesi riusciranno a scalare le infrastrutture, ad allineare le normative e a creare fiducia, la regione ASIO potrà fungere da modello per la cooperazione regionale. In questo contesto, le infrastrutture energetiche non sono solo un canale di scambio economico, ma anche una base per l’allineamento strategico nel XXI secolo.