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n un contesto globale instabile e in cui la transizione energetica richiede soluzioni concrete, scalabili e sostenibili, il gas naturale si conferma come vettore energetico ponte, capace di coniugare affidabilità, flessibilità e riduzione delle emissioni. Grazie alla sua minore impronta carbonica rispetto ad altri combustibili fossili e alla sua versatilità, è destinato a svolgere un ruolo di primo piano nei prossimi decenni, con un grado di diffusione che varia in base al mix energetico di ogni Paese. La sua capacità di integrarsi efficacemente con le fonti rinnovabili lo rende infatti una risorsa chiave per garantire sicurezza energetica e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, rivestendo un’importanza diffusa in tutti i mercati, in particolare in quelli caratterizzati da una domanda energetica in forte aumento.
In questa prospettiva, Eni ha scelto di investire con convinzione nel gas naturale, puntando a portare questa risorsa al 60 percento del proprio mix produttivo entro il 2030 ed al 90 percento entro il 2050, con una strategia chiara e coerente che trova nella regione Asia-Pacifico (APAC) uno dei suoi principali terreni di crescita.
In questa regione, dove si concentrerà la maggior parte dell’aumento previsto della domanda energetica globale, il gas, e in particolare il GNL (Gas Naturale Liquefatto), sarà essenziale per soddisfare i fabbisogni crescenti e contenere le emissioni.
Secondo le stime di Wood Mackenzie, la domanda di GNL nella regione è destinata a raddoppiare entro il 2050 (Asia LNG Demand Assesment). Questo incremento sarà trainato da diversi fattori: la crescita economica e demografica, l’esaurimento dei giacimenti di idrocarburi locali attualmente in produzione e la necessità di sostituire il carbone, ancora oggi principale fonte di energia elettrica. Basti pensare che la regione copre l’80 percento del consumo globale di carbone, con la Cina che ne utilizza il 60 percento per la propria generazione elettrica e ha in costruzione oltre 100 nuove centrali elettriche a carbone.
A fronte di una limitata disponibilità di nuove condotte di trasporto del gas, il GNL - grazie alla sua flessibilità logistica e allo sviluppo tecnologico raggiunto negli ultimi anni - diventa quindi la risposta naturale per garantire sicurezza degli approvvigionamenti e diversificazione delle fonti. L’Indonesia, in particolare, con le sue ampie riserve di gas naturale non ancora pienamente valorizzate e il suo posizionamento strategico nel cuore della regione APAC, rappresenta un player fondamentale per la produzione e l’esportazione del gas.
In questo scenario, Eni ha costruito negli anni una presenza solida e strategica nel Sud Est Asiatico, in particolare in Indonesia. La presenza di Eni nel paese ha radici storiche molto profonde, nata con l’interesse di Enrico Mattei già negli anni ’50-’60, quando la società iniziava a delineare la sua vocazione internazionale.
Alla fine degli anni ’60, l’AGIP avvia attività di ricerca di idrocarburi nell’Estremo Oriente, comprendendo l’Irian occidentale in Indonesia (l’attuale Nuova Guinea Occidentale) e il Mar della Cina Meridionale. L’impegno nel paese, consolidato nel 1972 con la creazione della filiale Agip in Indonesia, porta a scoperte significative di petrolio di ottima qualità e all’avvio del campo di Salawati nel 1977.
Dopo una prima fase negli anni ’70 e ’80, Eni ritorna nel Paese dal 2001, inaugurando una nuova stagione, questa volta incentrata sullo sviluppo del gas. Da allora è iniziato un percorso di crescita costante, fondato su una comprovata eccellenza nelle attività esplorative, sull’impiego di tecnologie all’avanguardia e su una profonda conoscenza geologica dei bacini. Proprio queste caratteristiche hanno permesso a Eni di scoprire circa 2 miliardi di barili equivalenti di risorse gas negli ultimi 15 anni nel bacino del Kutei, a est del Borneo. Le scoperte di Jangkrik nel 2009 e di Geng North nel 2023 ne sono la testimonianza più evidente.
Forti di una importante presenza nell’area e di una visione chiara della sua strategicità, la crescita di Eni nella regione è passata anche attraverso l’acquisizione di asset di altri operatori: nel 2023, Eni ha acquisito diverse partecipazioni di Chevron nel bacino del Kutei e ha ulteriormente rafforzato la sua presenza con l’acquisizione di Neptune nel 2024.
La produzione dei campi di Jangkrik e Jangkrik North East è stata avviata nel 2017, a soli tre anni e mezzo dalla decisione finale di investimento. Il progetto prevede uno sviluppo tramite pozzi sottomarini collegati alla “Jangkrik Floating Production Unit” (FPU), la nave responsabile della separazione dei condensati e del trattamento del gas, con una capacità di trattamento di 750 MMSCFD. Il gas viene poi trasportato all'Onshore Receiving Facility (ORF) di Senipah, da dove raggiunge in parte il mercato interno e in parte viene destinato all’impianto di liquefazione di Bontang LNG, uno dei più affidabili al mondo, che fornisce GNL sia per il mercato interno che per l’esportazione.
Tale sviluppo, denominato “Jangkrik Development Complex” o “Southern Hub” ha permesso negli anni a seguire di mettere in produzione anche i campi adiacenti di Merakes e Merakes East, scoperti da Eni rispettivamente nel 2014 e 2018, e rappresenta a oggi un esempio virtuoso di efficienza operativa e attenzione alla sicurezza.
La densità delle scoperte nella regione, unita alle sinergie con i progetti e le infrastrutture esistenti, consentirà progressivamente di sviluppare e collegare ulteriori giacimenti, come Maha e Gendalo e Gandang. Questo modello operativo garantisce un plateau produttivo stabile e duraturo per almeno altri 15 anni, ottimizzando i costi e minimizzando l’impatto ambientale.
La scoperta di Geng North ha aperto la strada al progetto “Northern Hub”, costruito sullo stesso concetto del “Southern Hub”, integrando innovazione tecnologica e sinergie operative per massimizzare l’efficienza dell’asset. Il progetto prevede l’installazione di una FPSO (Floating Production Storage and Offloading), con capacità di produzione di 1 BCFD di gas e 80.000 barili di condensato al giorno, e sfruttando nuovamente le sinergie con le infrastrutture pre-esistenti a terra e con l’impianto di liquefazione di Bontang LNG.
Oltre a Geng North, lo sviluppo fungerà da hub produttivo anche per la messa in produzione di Gehem e di altre scoperte nella zona nord del bacino del Kutei. Questi sviluppi incarnano perfettamente la strategia di Eni: rapidità di esecuzione, valorizzazione delle infrastrutture esistenti, efficienza dei costi e sostenibilità.
Con una produzione in quota Eni di circa 100 kboed ed un potenziale esplorativo che potrebbe aggiungere fino a 30 TCF di gas alle risorse scoperte, l’Indonesia è oggi un Paese chiave per Eni. Nel futuro sarà ancora più strategico, come testimoniato dal piano per raggiungere 2 BCFD di produzione complessiva nel bacino del Kutei nei prossimi anni, contribuendo sia a soddisfare la domanda interna dell’East Kalimantan, sia all’export verso i mercati del GNL del Sud-Est asiatico.
Ma la nostra ambizione va oltre: la regione si inserisce perfettamente nell’obiettivo di Eni di raggiungere i 20 MTPA di volumi contrattuali di GNL a livello globale, entro il 2030. La presenza lungo l’intera catena del valore, dalla fase esplorativa e di sviluppo fino alla contrattualizzazione e vendita dei carichi GNL, è capace di generare valore in tempi rapidi grazie alla vicinanza dei nostri asset a Bontang LNG e ai principali mercati emergenti asiatici: un vantaggio competitivo distintivo.
In questo contesto, un altro tassello chiave e strategico è rappresentato dall’annuncio della recente business combination con Petronas, la compagnia petrolifera e del gas nazionale della Malesia, che include assets in Indonesia e Malesia. Questa iniziativa si inserisce nel modello satellitare di Eni, già implementato con successo in Norvegia (Var Energy), Angola (Azule Energy) e Regno Unito (Ithaca). Il modello prevede la creazione di un’entità deconsolidata, altamente focalizzata e costruita sulle sinergie con il partner.
La Newco Eni-Petronas sarà un’entità autofinanziata con una produzione di 300.000 boed nel breve termine. Sarà capace di investire e accelerare nuovi progetti di sviluppo del gas, con l’obiettivo di raggiungere una produzione fino a 500.000 boed nel medio termine. Potrà contare su un portafoglio di 3 miliardi di boe di riserve gas e su un potenziale esplorativo di oltre 10 miliardi di boe, pari a più di 50 TCF di gas. Questi sviluppi genereranno valore materiale per Indonesia, Malesia e per i due azionisti, rafforzando il ruolo della nuova entità come uno dei principali operatori regionali.
Riteniamo che questa iniziativa rappresenti una pietra miliare non solo per la presenza di Eni nell’area Asia-Pacifico, ma anche per l’evoluzione del nostro modello imprenditoriale. È la dimostrazione concreta di come la cooperazione e le sinergie siano essenziali per una crescita rapida ed efficiente, focalizzata sulla fornitura di energia da (e verso) due Paesi emergenti chiave, che costituiscono la spina dorsale dei mercati di produzione di gas e GNL del Sud-Est asiatico.
Questa operazione rappresenta un esempio emblematico di come Eni sappia valorizzare le proprie caratteristiche distintive: dalle competenze e tecnologie a supporto delle scoperte esplorative all’approccio dual exploration, dai modelli satellitari alle relazioni strategiche costruite nel tempo. Relazioni che non si limitano a peers e partner strategici ma abbracciano anche le popolazioni e le istituzioni dei paesi in cui operiamo.
Con le nostre attività contribuiamo a garantire una transizione giusta ed equa che associ alle nuove fonti di energia la tutela dell’ambiente e iniziative di sviluppo locale a supporto della popolazione. Un modello operativo che si distingue in modo unico nel panorama del settore energetico, che ci permette di coniugare un portafoglio di asset di alta qualità con la creazione di competenze e valore a lungo termine per il Paese.
È la dimostrazione di una visione chiara: contribuire alla transizione energetica globale con soluzioni concrete, sostenibili e competitive. E lo facciamo con passione, competenza e determinazione, in una delle regioni più dinamiche e strategiche del mondo.