ASEAN quale futuro energetico?

Da esportatore a importatore, il Sud-est asiatico ridefinisce il proprio equilibrio del gas. Tra domanda in crescita, infrastrutture in espansione e concorrenza delle rinnovabili, la sfida è trovare un ruolo sostenibile per il GNL
Da esportatore a importatore, il Sud-est asiatico ridefinisce il proprio equilibrio del gas. Tra domanda in crescita, infrastrutture in espansione e concorrenza delle rinnovabili, la sfida è trovare un ruolo sostenibile per il GNL
di Ira Joseph

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a regione dell’Association of South East Asian Nations (ASEAN) sta attraversando un cambiamento strutturale nel suo equilibrio del gas. Un tempo esportatrice netta di gas naturale liquefatto (GNL), l’ASEAN si sta gradualmente spostando verso una posizione più vincolata in cui a compensare il calo della produzione interna intervengono sempre più il GNL d’importazione e gli scambi con i gasdotti regionali.

 

 

Un nuovo equilibrio del gas

 

Sebbene il consumo complessivo di gas della regione rimanga costante e non in crescita, la posizione dell’ASEAN nel mercato mondiale del GNL sta cambiando. La domanda fondamentale è se la crescita della domanda di gas dell’ASEAN andrà oltre la mera sostituzione delle risorse interne di gas con GNL incrementale, oppure se si tradurrà in un mercato più forte capace di attrarre ulteriori forniture da tutto il mondo. Se i prezzi scenderanno a livelli tali da rendere competitivi i volumi aggiuntivi, il sempre maggior numero delle opzioni mondiali di fornitura di GNL potrebbe migliorare le prospettive di crescita dell’ASEAN.

 

Oltre Cina e India, centri dominanti della crescita della domanda di GNL in Asia, i paesi dell’ASEAN emergono come i più promettenti tra gli acquirenti next tier. Nell’insieme, hanno una popolazione molto vasta (Indonesia, Malesia e Filippine), centri urbani densi (Singapore e Thailandia), e una domanda di energia in costante crescita. Negli ultimi dieci anni, i paesi dell’ASEAN hanno triplicato le loro importazioni di GNL, fino a raggiungere, nel 2024, i 37 miliardi di metri cubi (bcm, billion cubic meter), a partire da un livello iniziale incredibilmente basso. In molti casi, il GNL riempie il vuoto lasciato dal calo della produzione interna di gas, ma questa transizione si rivela assai difficile a causa del costo molto più alto del GNL d’importazione. Dopo liquefazione, trasporto e rigassificazione, il costo del GNL importato è da tre a sei volte più alto di quello del gas locale. Sostenere la crescita della domanda con livelli di prezzo così alti sarà una sfida importante, soprattutto nel mercato altamente competitivo della generazione di energia elettrica, in cui il GNL si trova a dover competere con alternative più economiche quali il carbone e le fonti rinnovabili.

 

Il mercato del GNL dell’ASEAN rimane modesto, in termini di volumi, rispetto a quello mondiale, ma la sua traiettoria è quella di una crescita potenzialmente molto consistente. Nel complesso, i dieci membri dell’ASEAN rappresentano attualmente solo il 4 percento del consumo mondiale di gas e l’8 percento delle importazioni di GNL, ma la crescita della loro domanda potrebbe addirittura piegare, seppur non spezzare, i flussi di scambio mondiali. La rapida espansione delle infrastrutture per l’importazione di GNL nell’ASEAN lascia prevedere la possibilità di un quasi raddoppio della capacità di importazione della regione entro il 2030. Tutto ciò resta comunque nel campo delle possibilità. La crescita della domanda di GNL, infatti, non è una certezza: negli ultimi dieci anni, sia la produzione sia il consumo di gas dei paesi dell’ASEAN si sono ridotti a seguito dell’esaurirsi delle risorse e della mancanza di investimenti in nuove infrastrutture per l’importazione.

 

 

Impianto ibrido di pannelli solari galleggianti sulla diga di Sirindhorn, il più grande al mondo. In Thailandia l’alto irraggiamento solare e il calo dei costi stimolano uno sviluppo aggressivo dell’energia solare

 

 

 

Thailandia in testa

 

L’importatore più dinamico della regione è la Thailandia, paese responsabile all’incirca della metà della crescita del GNL registrata nell’ASEAN a partire dal 2011. Inizialmente la Thailandia dipendeva quasi esclusivamente da forniture a lungo termine provenienti dal Qatar, ma è poi diventata uno degli acquirenti più attivi sul mercato spot, a livello mondiale. Per il futuro, il paese pianifica una capacità di importazione aggiuntiva di otto miliardi di metri cubi l’anno (bcm/anno), grazie alla realizzazione del terminale di Map Ta Phut, che dovrebbe entrare in funzione entro il 2029. Il fabbisogno di GNL della Thailandia è integrato da importazioni via gasdotto da Myanmar e Malesia, situazione che evidenzia la crescente dipendenza del paese da molteplici fonti di approvvigionamento.

L’ASEAN soddisfa in autonomia circa un quarto della propria domanda interna di GNL

Malesia e Indonesia, tra i primi produttori mondiali di GNL, rimangono esportatori netti, rifornendo sia gli altri paesi dell’ASEAN sia i grandi acquirenti del nord-est asiatico; inoltre, entrambe movimentano anche piccoli volumi oltre confine, via gasdotto, grazie all’espansione della rete del Trans-ASEAN Gas Pipeline (TAGP), che collega le reti nazionali e facilita il bilanciamento transfrontaliero delle forniture. Al di là degli scambi interni, l’ASEAN dipende in larga misura dalle importazioni da Qatar e Australia, oltre che da un pool eterogeneo di fornitori spot. Fatto importante, attualmente circa un terzo dei contratti di GNL a lungo termine dell’ASEAN sono stipulati non con i produttori bensì con attori detentori di portafoglio e con aggregatori: tale situazione rivela una svolta nel modo in cui gli acquirenti regionali gestiscono la flessibilità e il rischio di prezzo.

 

 

Infrastrutture in espansione

 

Le prospettive del GNL nell’ASEAN si basano su un’ondata di sviluppo infrastrutturale. Vietnam, Cambogia, Singapore e Filippine investono in nuovi terminali di importazione, aprendo la via a un maggior utilizzo del GNL. L’aumento della capacità dei terminali non garantisce certo una corrispondente crescita della domanda (l’utilizzo mondiale medio è all’incirca del 40 percento), ma offre comunque la possibilità di soddisfare sia il fabbisogno del carico di base sia quello di picco, a condizione che il prezzo del GNL sia competitivo. Secondo S&P Global, attualmente i paesi dell’ASEAN hanno in corso, in diverse fasi di sviluppo, progetti di GNL per 75 miliardi di metri cubi l’anno, di cui 25 miliardi di metri cubi l’anno già in fase di costruzione e altri 50 miliardi di metri cubi l’anno già pianificati o in fase di proposta. Considerando i 37 miliardi di metri cubi importati nel 2024, appare realistica la prospettiva di un raddoppio della capacità nei prossimi dieci anni, nonostante il ritardo della produzione effettiva.

Sul lato dell’offerta, l’ASEAN continuerà a contribuire ai flussi mondiali di GNL

Nell’agosto 2025 il progetto indonesiano Abadi LNG, gestito da INPEX nel Masela Block, è entrato nella fase di Front-End Engineering and Design (FEED) e procede verso la Final Investment Decision (FID, decisione finale di investimento). Il progetto Greater Sunrise LNG, a cavallo tra Australia e Timor Est, è invece ancora in stallo a causa di controversie sulla priorità dell’uso interno rispetto all’esportazione. In senso più ampio, la questione strategica è se Indonesia e Malesia, i due maggiori mercati del gas nell’ASEAN, da esportatori netti di GNL diventeranno attori più equilibrati con un fabbisogno di importazioni in crescita. Attualmente, l’Indonesia deriva la maggior parte del GNL dai propri progetti nazionali e continua a dare priorità alle esportazioni, puntando sul carbone e sulle fonti rinnovabili per soddisfare la domanda incrementale di energia. La Malesia, pur essendo ancora un grande esportatore di GNL, ha avviato importazioni di entità modesta (meno di un carico al mese dall’Australia) e gestisce due terminali di rigassificazione a Melaka e Pengerang, con un terzo terminale in programma a Lumut, nel Perak. In futuro, parallelamente al declinare dell’offerta regionale, la Malesia riorienterà sempre più i volumi di GNL verso il mercato nazionale, incrementando al contempo gli investimenti nell’energia solare e nelle rinnovabili.

 

 

Un futuro ancora aperto

 

In sintesi, il ritmo di crescita della domanda di GNL nell’ASEAN dipenderà dalla competitività del gas naturale liquefatto rispetto al carbone e alle rinnovabili. Sostituire il gas nazionale con GNL d’importazione è costoso, e passare dal carbone al GNL è ancora più difficile, a causa del divario nei prezzi. La sostenibilità economica delle importazioni di GNL necessita di sussidi e di sostegno politico. Al contempo, la penetrazione delle rinnovabili è in rapida accelerazione, in particolare in Vietnam e Thailandia, dove l’alto irraggiamento solare e il calo dei costi stimolano uno sviluppo aggressivo dell’energia solare. La vicinanza alla Cina amplifica questa tendenza, perché le imprese cinesi sono in grado di fornire e finanziare infrastrutture di rinnovabili a prezzi competitivi, minando così ulteriormente la potenziale quota di mercato del GNL. Sebbene il GNL svolgerà un ruolo fondamentale nell’equilibrare le fonti rinnovabili e nel fornire una generazione di riserva flessibile, il suo ruolo a lungo termine come combustibile di base, a volumi molto più elevati, sarà sempre più difficile da giustificare rispetto ad alternative più economiche e scalabili.