Ultimo numero: 60/The race for critical minerals
La via norvegese di Giandomenico Serrao
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INTERVISTA

La via norvegese 

di Giandomenico Serrao

Il nuovo esecutivo ha innalzato i target ambientali riaffermando, contemporaneamente, il proprio sostegno all’industria petrolifera del paese. Parla il segretario di stato presso il ministero del Petrolio e dell’Energia, Amund Vik 

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i fronte a prezzi del gas alle stelle in Europa e nel resto del mondo, la Norvegia punta a consolidare il proprio ruolo di fornitore di gas al Vecchio Continente. Il nuovo governo – entrato in carica lo scorso ottobre - guarda alla transizione energetica e agli impegni per la decarbonizzazione della Cop26 senza però rinunciare alla propria industria oil&gas che rappresenta il 14 percento del PIL, il 20 percento delle entrate, oltre il 40 percento delle esportazioni e dà lavoro a 160.000 persone.   

L’esecutivo guidato dal laburista Jonas Gahr Støre ha alzato i propri target ambientali annunciando di voler ridurre le emissioni di gas serra del 55 percento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. In precedenza i target erano tra il 50 e il 55 percento. Previsto anche un aumento della carbon tax che passa a 2.000 corone norvegesi (200 euro) per tonnellata, rispetto alle 590 corone precedenti. Ma il nuovo governo ha anche riaffermato il sostegno all’industria petrolifera del Paese.  

Ne abbiamo parlato con il segretario di stato presso il Ministero norvegese del Petrolio e dell’Energia, Amund Vik. 

 

 

Mentre l’Europa si prepara alla transizione energetica, l’offerta di gas insufficiente rispetto alla domanda sta creando difficoltà agli approvvigionamenti. Quali sono le cause di questa crisi e quanto durerà? 

 

Il mercato del gas è stato globalizzato negli ultimi decenni e anche il mercato europeo è stato liberalizzato nel tempo. L’Europa ha ora molteplici fonti di approvvigionamento, è collegata ai mercati globali del gas attraverso il GNL e ha prezzi che sono principalmente legati agli scambi che avvengono nei principali hub. I prezzi del gas in Europa sono oggi sempre più influenzati dalle dinamiche del mercato globale del gas attraverso il crescente commercio di GNL. L’anno scorso i prezzi del gas in Europa sono scesi ai minimi storici e in questo momento una combinazione di diversi fattori ha portato a prezzi molto alti. 

 

 

Lei e l’intero governo norvegese avete intenzione di aumentare le esportazioni di gas verso l’Europa? Quali sono le modalità per uscire dall’“energy crunch” che sta colpendo l’Europa e il mondo? 

la fotoTeatro dell’Opera di Oslo, Norvegia.  

Nella piattaforma continentale norvegese ci sono società che esplorano, producono e vendono petrolio e gas naturale. I prezzi elevati danno alle società che operano sulla piattaforma continentale norvegese forti incentivi a produrre il gas. La quantità di gas prodotta ed esportata e quella trasportata dipende dalla capacità dei giacimenti e dalle infrastrutture di trasporto della nostra piattaforma continentale. Il sistema di gasdotti norvegese è attualmente in funzione quasi a capacità piena. I nostri giacimenti stanno fornendo una produzione costante di gas naturale pari a circa 110 Mmc (miliardi di metri cubi) all’anno in Europa. Dovremmo essere in grado di sostenere l’attuale elevato livello di esportazione di gas ancora per molti anni, poiché le riserve di gas rimanenti sono significative e si continua a investire per trovare risorse aggiuntive e svilupparne di più. È allo studio un aumento della capacità di esportazione dal Mare di Barents, anche attraverso un oleodotto. Al momento non ci sono piani per un’espansione della capacità di GNL in Norvegia. 

 

 

Recentemente il governo norvegese ha affermato di voler rafforzare gli obiettivi del paese per la riduzione delle emissioni entro il 2030. Allo stesso tempo, ha annunciato che “il settore del petrolio e del gas sarà sviluppato, non smantellato”. Considerate il gas come una fonte importante per la transizione e la sicurezza energetica? 

 

Gli sviluppi del mercato di quest’anno dimostrano l’importanza del gas nel riscaldamento, nell’industria e nella produzione di energia in Europa. In futuro, penso che il gas continuerà a essere una fonte fondamentale di calore ed elettricità flessibile che integra le rinnovabili intermittenti e consente ai mercati di abbandonare l’uso del carbone.