Ultimo numero: 60/The race for critical minerals
Elettromobilità & just transitiondi Herald Ruijters
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Decarbonizzazione

Elettromobilità & just transition

di Herald Ruijters

Occorre uno sforzo comune per garantire che le misure necessarie a raggiungere gli obiettivi dell’Ue siano attuate rapidamente. Migliorare le sinergie tra il settore dell’energia e quello dei trasporti non è mai stato così importante

13 min

I

l cambiamento climatico e il degrado ambientale rappresentano una minaccia esistenziale per l’Europa e per il mondo intero. Per affrontare questi problemi, a dicembre 2019 l’Unione Europea (UE) ha varato il Green Deal con l’intento di trasformare l’UE in un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva. Nella pratica, sono stati fissati tre importanti obiettivi:

eliminare le emissioni nette di gas serra entro il 2050;

scollegare la crescita economica dall’impiego delle risorse;

non lasciare indietro nessuna persona e nessun luogo

Il Green Deal europeo è anche l’ancora di salvezza dell’UE dopo la pandemia di Covid-19. Un terzo dei 1.800 miliardi di euro di investimenti previsti dal piano per la ripresa NextGenerationEU e dal bilancio settennale dell’UE servirà a finanziare il Green Deal.

 

Riduzione delle emissioni dei trasporti al 2050

I trasporti sono responsabili di circa il 27 percento delle emissioni di gas serra dell’UE. La strategia per la mobilità sostenibile e intelligente della Commissione Europea del dicembre 2020 e il relativo piano d’azione composto da 82 iniziative sono una tabella di marcia per ridurre tale percentuale e diminuire le emissioni dei trasporti del 90 percento entro il 2050. Questa strategia pone le basi per una trasformazione verde e digitale, oltre che per una maggiore resilienza alle crisi future. Il futuro sistema di trasporto dell’Europa sarà intelligente, competitivo, sicuro, accessibile e conveniente.

Oggi autovetture e furgoni sono responsabili rispettivamente di circa il 12 percento e il 2,5 percento delle emissioni totali di diossido di carbonio (CO2) nell’UE. Obiettivi così ambiziosi implicano la presenza di almeno 30 milioni di auto a emissioni zero sulle strade dell’UE entro il 2030, per le quali occorreranno 3 milioni di punti di ricarica accessibili al pubblico. 

La legge europea sul clima stabilisce un requisito giuridicamente vincolante per l’UE: ridurre entro il 2030 le emissioni nette di gas serra di almeno il 55 percento rispetto ai livelli del 1990. Mediante il pacchetto “Fit-for-55” del luglio 2021, la Commissione Europea ha adottato una serie di proposte che rendono le politiche dell’UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità funzionali al raggiungimento di questo importante obiettivo. Per quanto riguarda i trasporti su strada, sono stati previste norme più severe circa le emissioni di CO2 di automobili e furgoni oltre a un regolamento sull’implementazione di infrastrutture per i carburanti alternativi.

 

la fotoL'Ue ha varato il Green Deal con l’intento di trasformare quella europea in un’economia moderna, efficiente e competitiva. 

 

Accelerare il lancio di infrastrutture

Grazie a regole più rigorose sulle emissioni di CO2 di automobili e furgoni si potrà accelerare la transizione verso una mobilità a emissioni zero. In base a tali norme, a partire dal 2030 le emissioni medie delle auto nuove dovranno diminuire del 55 percento e quelle dei furgoni del 50 percento nel 2030. Entro il 2035, l’obiettivo sale al 100 percento rispetto ai livelli del 2021, sia per le auto che per i furgoni. In tutto il mondo, molti governi stanno inoltre adottando politiche aggressive volte a favorire l’adozione di veicoli a emissioni zero, ad esempio di recente la California ha annunciato l’interruzione delle vendite di motori a combustione a partire dal 2035.

Entro il 2030 nell’UE potrebbero essere immatricolati almeno 30 milioni di veicoli elettrici, 50 milioni se si contano anche i veicoli ibridi plug-in. Per garantire che questi veicoli dispongano di infrastrutture di ricarica sufficienti, l’anno scorso la Commissione ha proposto un regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFIR). Detto regolamento stabilisce una serie di obiettivi nazionali obbligatori per la realizzazione di infrastrutture per combustibili alternativi all’interno dell’UE destinate a veicoli stradali, imbarcazioni e aeromobili in stazionamento.

Per quanto riguarda l’infrastruttura di ricarica elettrica pubblica per veicoli commerciali leggeri (automobili e furgoni), vengono proposti obiettivi nazionali obbligatori basati sulla flotta (cioè, per ogni veicolo elettrico leggero a batteria dovrebbe essere fornita una potenza totale di almeno 1 kW tramite stazioni di ricarica accessibili al pubblico e per ogni veicolo leggero ibrido plug-in una potenza totale di almeno 0,66 kW). A detti obiettivi si affiancano obiettivi basati sulla distanza per le infrastrutture destinate a veicoli leggeri e pesanti sulla rete transeuropea dei trasporti (Trans-European Transport Network, TEN-T). Le stazioni di rifornimento di idrogeno accessibili al pubblico devono essere installate almeno ogni 150 km lungo la rete TEN-T centrale e la rete TEN-T globale, e ogni nodo urbano dovrebbe averne almeno una.

In termini di elettromobilità il numero di punti di ricarica è importante, ma lo è anche l’esperienza di ricarica. Per questo motivo AFIR ha stabilito requisiti specifici di dati e interoperabilità al fine di assicurare un’esperienza di ricarica facile e intuitiva. Tali regole sono le premesse per la definizione di requisiti minimi comuni per facilitare i pagamenti e nuove soluzioni tecnologiche come l’e-roaming e la ricarica intelligente. Questi sviluppi potrebbero convincere chi è ancora riluttante a passare all’elettromobilità.

 

L’orientamento del mercato

Le proposte della Commissione arrivano in un momento in cui il mercato sta già abbandonando i veicoli a combustione per passare ai veicoli a emissioni zero. La flotta di veicoli elettrici dell’UE raddoppia ogni anno. Nell’UE a 27, nella prima metà del 2022 sono stati venduti 920.000 veicoli elettrici. UE e Cina guidano il segmento globale dei veicoli passeggeri elettrici e delle pile a combustibile a idrogeno dal 2015, e nella prima metà del 2022 hanno venduto l’84 percento dei veicoli elettrici a livello mondiale.

Al momento le vendite di veicoli elettrici a batteria superano quelle di vetture ibride plug-in in molti mercati europei e vi sono tuttora massicci investimenti in nuovi modelli di veicoli e tecnologie di batterie. Le immatricolazioni di veicoli a idrogeno con celle a combustibile sul mercato delle auto e dei furgoni sono ancora molto esigue.

I propulsori a emissioni zero iniziano a diffondersi anche nel segmento dei veicoli pesanti. Sul mercato degli autobus si assiste a un vero e proprio boom, si registra infatti un aumento degli acquisti di mezzi elettrici a batteria e a pile a combustibile (idrogeno) grazie anche alla nuova Direttiva Clean Vehicles della Commissione Europea. Inoltre, i produttori cominciano a investire in modo consistente in veicoli pesanti elettrici a batteria, che iniziano a essere utilizzati per consegne urbane e interurbane.

Le economie di scala dei veicoli elettrici leggeri favoriranno un’ulteriore diffusione di tali mezzi. A partire dal 2022 arriveranno sul mercato soluzioni per il trasporto su strada a lunga percorrenza per i camion a batteria e per i camion a pile a combustibile a idrogeno, il cui numero aumenterà negli anni a venire. Tale processo è inoltre favorito dalle norme vigenti in materia di CO2 per i veicoli pesanti, attualmente oggetto di revisione da parte della Commissione. Infine, la rapida adozione dello standard proposto per Megawatt Charging System (MCS), un connettore sviluppato per camion elettrici in grado di fornire potenza fino a 3,75 MW, sarà determinante per lo sviluppo del mercato.

 

Crescita delle infrastrutture di ricarica pubbliche

Alla fine del 2021, l’UE contava oltre 300.000 punti di ricarica. Gli operatori dei punti di ricarica hanno effettuato ingenti investimenti e probabilmente continueranno su questa strada. Si registrano inoltre i primi investimenti in infrastrutture dedicate alla ricarica dei camion, favoriti tra l’altro da partnership settoriali. Resta tuttavia il problema della distribuzione irregolare, motivo per cui auspichiamo che il nuovo regolamento della Commissione sulle infrastrutture per i combustibili alternativi venga adottato in tempi brevi.Quando si parla di infrastrutture di ricarica, è importante considerare la complementarità tra infrastrutture pubbliche e private. La proposta della Commissione circa una Direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia (EPBD) è concepita per garantire che uffici e condomini dispongano di punti di ricarica privati e prevede un “diritto alla presa di corrente” per gli edifici residenziali privati. Le due proposte – AFIR e EPBD – concorrono alla definizione di un quadro normativo chiaro sia per il mercato che per i consumatori. È importante sottolineare che l’accesso alla ricarica privata (ad esempio a casa, al lavoro e nei depositi) influirà sul mix di trasmissioni e sull’utilizzo delle infrastrutture pubbliche.

 

la fotoAlla fine del 2021, l’Ue contava oltre 300.000 punti di ricarica.

La transizione a mezzi di trasporto meno inquinanti ha però un costo. Costo che nel breve periodo ricadrà su famiglie vulnerabili, microimprese e utenti dei trasporti. La situazione è aggravata dall’aggressione illegale della Russia ai danni dell’Ucraina e dal relativo impatto su prospettive macroeconomiche globali e mercato energetico europeo. La Commissione Europea è pienamente consapevole della situazione e ha messo in atto misure per alleviare le pressioni.

 

La giusta transizione dell’UE

Nell’area dei veicoli elettrici, il prezzo dell’energia merita un’attenzione particolare. L’UE dipende da una serie di condizioni diverse per quanto riguarda domanda e offerta, in base a situazione geopolitica, mix energetici nazionali, diversificazione delle importazioni, costi di rete, costi per la tutela dell’ambiente, nonché livelli di accise e tasse. In risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, a maggio 2022 la Commissione ha pubblicato il piano REPowerEU. Il piano propone ulteriori misure per risparmiare energia, diversificare le forniture e sostituire i combustibili fossili accelerando l’introduzione delle energie rinnovabili, a cui ora si aggiungono misure di emergenza volte a stabilizzare il mercato dell’elettricità.

Questo intervento integra le proposte di un meccanismo per una transizione giusta e di un nuovo fondo sociale europeo per il clima, che mirano all’equità sociale e stanziano fondi a favore degli investimenti nell’economia e di una transizione socialmente giusta.

Ci troviamo in una situazione straordinaria. Sono tempi difficili, che richiedono misure straordinarie. La Commissione sta lavorando per livellare i costi e uniformare i prezzi dell’elettricità in tutta Europa. Durante il suo discorso sullo stato dell’Unione del 7 settembre, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha proposto nuove misure, tra cui un risparmio intelligente sull’elettricità, un tetto sui ricavi delle aziende che producono elettricità a basso costo e liquidità supplementare per far fronte alla volatilità del mercato.

Ora occorrerà uno sforzo comune per garantire che le misure necessarie in seno all’UE e a livello nazionale siano adottate e attuate rapidamente in modo che l’UE raggiunga il suo obiettivo di decarbonizzazione. Migliorare le sinergie tra il settore dell’energia e quello dei trasporti non è mai stato così importante. L’obiettivo è un’ottimizzazione congiunta dei sistemi energetici e dei trasporti. Le soluzioni delineate nel Green Deal europeo possono avere successo solo se cittadini, comunità e aziende le faranno proprie e intraprenderanno un’azione comune.