Ultimo numero: 60/The race for critical minerals
Ma quanto consuma l’intelligenza artificiale?
 
di Roberto Di Giovan Paolo 

Energia

Ma quanto consuma l’intelligenza artificiale?
 

di Roberto Di Giovan Paolo 

Secondo il ricercatore olandese Alex De Vries i server utilizzati potrebbero arrivare a consumare, intorno al 2027, l’energia che serve a mandare avanti tre Stati di dimensioni medie ogni anno. Nonostante ad oggi l’IA non sia ancora ai livelli di consumo dei data center che includono colossi come il Cloud di Amazon e il motore di ricerca di Google

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Quando si scopre che lo scontro principale alle Cop delle Nazioni Unite è tra Paesi in pieno sviluppo tecnologico e quelli che sono dietro l’angolo dell’innovazione (spesso saltando la fase post industriale, come l’ India o il Brasile) non ci si deve stupire più di tanto. Ogni cambiamento, ogni innovazione tecnologica e digitale necessita di ancoraggio industriale e di energia e spesso ci stupiamo che innovazioni digitali portino anche un pesante fardello energivoro. Lo abbiamo raccontato in World Energy tante volte. Dai download di musica, più “pesanti” dei dischi in vinile, oppure al peso energivoro del cloud e dei server che lo rendono possibile.

S

ta accadendo anche per l’Intelligenza artificiale. Gli algoritmi possono fare di tutto ma se non sono rivolti alla mitigazione dell’uso di energia in realtà non riescono a frenare la crescita di richiesta di energia, sia da fossile che rinnovabili (in misura proporzionale) e quindi contribuiscono anch’ essi alla produzione di Co2. Come sappiamo, il 2022 e questo 2023 sono anche anni di grande sviluppo dell’IA e delle sue potenzialità. Il dibattito spesso si ferma al fastidio o all’ entusiasmo per i suoi risultati. In realtà c’è una dimensione di produzione tecnologica energivora di cui non si discute abbastanza. Alex de Vries è docente e ricercatore della Amsterdam School of Business and Economics e ha provato a capire quanto ci costa la corsa all’ intelligenza artificiale in termini di energia. Una ricerca difficile, resa ancor più difficile dalla nebulosità con cui i protagonisti, per esempio Chat GPT oppure Google, rilasciano dati in merito (ben sapendo che è uno dei veri “talloni di Achille”).

 

Quanta energia per l’IA

Nello scenario disegnato De Vries i server utilizzati per l’intelligenza artificiale, nel mondo, nel 2027, potrebbero arrivare, se prosegue l’attuale sviluppo, a consumare tra 85 (scenario morbido) a 134 (scenario più duro da digerire) Terawatt per anno. Insomma, l’energia che serve a mandare avanti tre Stati di dimensioni medie ogni anno. Questo anche perché nonostante si stiano conquistando uno spazio tecnologie apposite e Chip dedicati, di fatto nel settore tecnologico al momento si assiste ad un monopolio centrato su NVIDIA. De Vries ha dunque, in assenza di dati Google o ChatGpt, fatto una stima calcolata sulle vendite dei chip dedicati da questa azienda all’intelligenza artificiale e del loro consumo di energia da una base di 6.5 KW/ora per il modello base fino a 10.2 KW/ora per il modello più “performante”. La somma di una proiezione di vendite con il consumo di ogni chip ci dà la cifra totale indicata, che si aggira dunque sullo 0.5 per cento dell’uso attuale di energia elettrica nel mondo. L’intelligenza artificiale non è ancora ai livelli di consumo dei data center che includono colossi come il Cloud di Amazon e il motore di ricerca di Google e che già oggi si situano oltre l’uno per cento del consumo totale planetario di energia, ma presto si avvicineranno.

 

Il riciclo una soluzione?

Gli algoritmi e la stessa intelligenza artificiale possono aiutarci a ridurre questo consumo, come pensano i più ottimisti? Probabile, se consideriamo che il lavoro di Google sul proprio settore IA è stato in due anni 7 volte più complesso e solo 2.8 volte più energivoro (qui dichiarano loro), ma considerando che la fase di decollo e sviluppo è proprio ora, difficile che le aziende che stanno puntando su questo settore si mettano a fare i” conti della serva” prima di aver spuntato una buona posizione in classifica nella ricerca di business.

L

a sola notazione positiva di “riciclo” per il momento è quella relativa a molti motori di ricerca e sistemi tecnologici nati per le criptovalute e che ora si stanno “riconvertendo” per una crisi ormai latente in sistemi al servizio dell’intelligenza artificiale. Quel settore si era dimostrato per la sua complessità uno dei più energivori del digitale ed il fatto che mettono al servizio di un settore diverso la loro potenzialità quantomeno-oltre che raccontarci una evoluzione anche storica dello sviluppo digitale- contribuisce a non allargare la necessità di uso energetico.

Rimane che per ora l’intelligenza artificiale fa rima con molte poesie ed aforismi “umani” ma non ancora con mitigazione delle condizioni climatiche e minore uso di fonti energetiche degli umani che l’hanno creata.