
Vaticano zero emissioni
In vista della COP, il Vaticano punta alle zero emissioni
Prosegue l’impegno green del Vaticano, in continuità con l’operato del precedente Papa, Leone XIV dà il via libera a iniziative concrete per la sede centrale e non solo
4 minMentre si susseguono le sessioni di preparazione degli “Sherpa”, i diplomatici incaricati di preparare le basi di discussione della prossima COP 30 che si svolgerà dal 10 al 21 novembre a Belem in Brasile, anche uno Stato piccolo ma influente come il Vaticano insiste nella sua politica green con il successore di Francesco, Leone XIV, che si sta ponendo nella scia del suo predecessore.
Innanzitutto, in maniera formale, anche se non ci si può aspettare da un agostiniano un testo meno che pensato, siamo ancora lontani da una enciclica come fu la “Laudato si’” di Francesco, con l’introduzione della “Messa per la custodia del creato” che è stata celebrata per la prima volta nel Giardino della Madonnina del "Borgo Laudato si" di Castel Gandolfo, ai primi del luglio scorso. Il Papa ha esortato ad ascoltare il grido della terra e dei poveri e a mobilitare intelligenza e sforzi per la cura del creato e ha affidato al Dicastero per lo sviluppo umano il compito di ispirare iniziative nelle diocesi legate a una visione aperta al pensiero ambientale.
I cambiamenti in atto
Leone XIV però è un uomo ispirato dai testi ma anche pratico (e scientifico vista la laurea in matematica) così ha dato il via libera anche a iniziative concrete come quelle prese dal Governatorato di trasformare la Sede Vaticana di Santa Maria in Galeria, negli anni passati anche al centro di polemiche per via delle tante antenne di Radio Vaticana, in un centro del tutto green: propulsori elettrici, pannelli fotovoltaici, riforestazione ed energie rinnovabili. Vale per i circa 424 ettari della dependance tecnica del Vaticano ma anche per l’insediamento più noto al mondo: attorno a San Pietro, i Giardini Vaticani e i Palazzi Apostolici. Tutto vira verso le emissioni zero che secondo il Governatorato saranno raggiunte nel 2026. Tutte le vecchie caldaie sono state cambiate e rimane in funzione solo quella nella Cappella Sistina da cui nasce unicamente il fumo bianco o nero che scorgiamo a ogni nuova elezione di un Pontefice. Una concessione a una tradizione secolare che non dovrebbe impattare più di tanto. Per il resto nuove luci a led che accoglieranno i visitatori della Basilica Papale e dei celeberrimi Musei; maggiore attenzione allo smaltimento dei rifiuti (qui incidono certamente gli incontri e l’overtourism); utilizzo di energie pulite e climatizzazioni attraverso l’uso accorto delle aerazioni nei palazzi storici e nella Basilica di San Pietro.
Da notare che ormai nelle stazioni di servizio vaticane esiste da almeno un anno la possibilità di fare il pieno anche per le auto elettriche, considerando che già con Papa Francesco la famosa automobile bianca che lo portava in giro tra le folle e sul sagrato di San Pietro, la cosiddetta “Papamobile” era divenuta ufficialmente la auto elettrica con targa numero uno dello Stato del Vaticano.
Stiamo parlando di cose molto simboliche, ovvio. Ma la trasformazione di Santa Maria di Galeria in un centro agrivoltaico e laboratorio di sperimentazione delle energie rinnovabili permetterà una coerenza di concretezza che certamente lo Stato del Papa cattolico, così ascoltato nel mondo diplomatico mondiale, saprà trasformare in referenza obbligata nei futuri dibattiti sull’ambiente e le scelte degli Stati nazionali.