Il ruolo strategico di Singaporedi Peter Godfrey

Un ecosistema favorevole agli scambi

Il ruolo strategico di Singapore

di Peter Godfrey

Il suo terminale SLNG sull’isola di Jurong, una struttura di livello mondiale, e una serie di servizi sofisticati la rendono centrale per la sicurezza energetica regionale

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l gas naturale liquefatto (GNL) è destinato a rimanere un pilastro fondamentale nel panorama energetico del Sud-est asiatico per l’intero decennio 2020 e ben oltre il 2030. È il motore della transizione dal carbone al gas, andando a compensare il declino della produzione nazionale in diversi mercati e offrendo una preziosa flessibilità in un contesto di crescente diffusione di energie rinnovabili, interconnessioni elettriche su scala regionale e combustibili a basse emissioni di carbonio.

 

A livello mondiale, Singapore già si distingue come uno dei paesi con i sistemi energetici più dipendenti dal gas: il gas naturale, sia esso in forma convogliata o liquefatta (GNL), ne alimenta quasi interamente la produzione di energia elettrica. Nei prossimi dieci anni la domanda di GNL nel Sud-est asiatico è proiettata verso una rapida accelerazione. Tale scenario è alimentato dall’entrata in funzione di nuovi terminali di importazione, dall’ampliamento della domanda industriale e dal crescente passaggio dal carbone al gas.

 

In questo contesto, Singapore si è affermata nella regione come un punto di riferimento commerciale e come sinonimo di affidabilità; il suo terminale SLNG sull’isola di Jurong, una struttura di livello mondiale, e una serie di servizi sofisticati (trading, spedizioni, finanza e carburante marino) la rendono centrale per la sicurezza energetica regionale. L’aumento dell’offerta globale e l’intensificazione delle negoziazioni di portafoglio andranno probabilmente a rinsaldare tale ruolo, sebbene Singapore stia diversificando le proprie importazioni energetiche regionali e i combustibili derivati dall’idrogeno.

 

 

la fotoUna nave portacontainer della A.P. Moeller-Maersk A/S attraccata alle banchine di Pasir Panjang, nel porto di Singapore. La città-Stato è il più grande centro asiatico per il commercio e lo stoccaggio di petrolio

 

 

 

Guardando al futuro, unendo un’oculata espansione della capacità di SLNG a innovazioni mirate nei servizi e a un coordinamento efficace con i mercati limitrofi, sarà possibile migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento e, al contempo, favorire la decarbonizzazione, specialmente integrando i sistemi di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS).

 

 

L’infrastruttura GNL e l’ecosistema commerciale di Singapore

 

Dall’avvio delle operazioni nel 2013, il terminale SLNG si è notevolmente evoluto con l’aggiunta di nuovi serbatoi e pontili. Ciò ha permesso di raggiungere una capacità di invio di picco di ben 10 milioni di tonnellate all’anno. La sua capacità di gestire navi di ogni dimensione e di offrire una gamma completa di servizi “di portafoglio” (riesportazioni, gassing-up/cool-down e GNL su piccola scala) ha generato una flessibilità molto apprezzata dagli stakeholder.

 

La crisi globale del gas del 2021-2022 ha messo in luce il valore delle misure di salvaguardia adottate da Singapore, come lo stock di GNL di riserva, che ne hanno notevolmente rafforzato la sicurezza energetica. Questo credibile sistema di “backstop” ha minimizzato i rischi operativi e di controparte, distinguendola positivamente rispetto ai mercati regionali limitrofi.

 

Singapore ha anche costruito intenzionalmente un ecosistema completo che comprende trading, spedizioni, bunkeraggio di carburante marino, gestione del rischio e servizi finanziari specificamente legati al JKM (Japan Korea Marker). Questo effetto di raggruppamento non solo riduce i costi di transazione, ma ottimizza anche le opzioni disponibili e consolida il ruolo di Singapore come hub commerciale primario di GNL in tutta l’Asia.

 

 

In più, grazie a un’attenta politica di licenze progressive e al supporto fornito a pionieri come FueLNG, Singapore è emersa come il principale porto di rifornimento di GNL a livello mondiale. Questo non solo garantisce una domanda stabile e duratura, ma massimizza anche l’utilizzo dei terminali, posizionando strategicamente Singapore per la futura transizione verso carburanti come metanolo e ammoniaca.

 

 

Il ruolo del GNL nella transizione energetica di Singapore

 

La generazione a gas è destinata a rimanere l’ossatura portante del sistema elettrico di Singapore e il GNL assumerà un ruolo cruciale nel compensare la diminuzione delle importazioni di gas dalla rete convenzionale. La strategia governativa dei “quattro interruttori” bilancia quattro elementi:

 

1- gas naturale – migliorie in fatto di efficienza, appalti competitivi, sicurezza dello stoccaggio;

2 - importazioni di energia elettrica a livello regionale – diversi gigawatt entro la metà degli anni 2030;

3 - energia solare e stoccaggio – vincolato dalle superfici terrene, ma scalabile grazie a tetti, serbatoi e cooperazione regionale;

4 - carburanti a basse emissioni di carbonio – avanzamento dei progetti pilota legati a idrogeno e ammoniaca.

 

Mentre si esplorano attivamente le nuove frontiere dell’idrogeno e dell’ammoniaca, le sfide persistenti in termini di infrastrutture, sicurezza e catene di approvvigionamento rendono il GNL la soluzione più concreta e affidabile per garantire la sicurezza energetica in questo decennio.

 

 

Geopolitica e dinamiche di mercato

 

L’imminente aumento della capacità globale di GNL previsto per la fine degli anni ‘20 è destinato ad allentare le tensioni sui mercati e a incrementare le opzioni di carico (e, di conseguenza, la sicurezza delle forniture per gli acquirenti asiatici). Le dinamiche del mercato spot cinese, storicamente sensibile ai prezzi e volatile, hanno già portato al reindirizzamento dei carichi verso il Sud-est asiatico e l’Europa; in questo scenario, Singapore si trova in una posizione ideale per mediare e gestire questi flussi di arbitraggio.

 

Cresce al contempo la concorrenza a livello regionale: Paesi come la Thailandia, il Vietnam e le Filippine stanno implementando nuovi terminali (sia FSRU sia strutture onshore). Nonostante queste nuove importazioni siano pronte ad assorbire il carico di base locale, gli operatori di portafoglio continueranno a dare grande valore ai servizi di stoccaggio, ricarica e bunkeraggio offerti da Singapore, sostenendone la centralità nel panorama energetico.