
Prospettive
La visione europea
Con il riscaldamento climatico che colpisce la regione a ritmi accelerati, l'Unione Europea rafforza il proprio impegno per garantire stabilità geopolitica, combattere l'inquinamento e promuovere uno sviluppo economico sostenibile, concentrandosi su innovazione e collaborazione internazionale
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’Artico è una delle regioni più vulnerabili del pianeta e rappresenta una cartina di tornasole per il cambiamento climatico globale. Con un riscaldamento tre volte superiore alla media mondiale, il progressivo scioglimento della banchisa e del permafrost sta innescando effetti a cascata che riguardano non solo l’ecosistema artico, ma anche la stabilità climatica e la sicurezza globale. L’Unione europea ha quindi deciso di rafforzare il proprio ruolo nella regione con una strategia articolata che punta a preservare la stabilità geopolitica, mitigare l’impatto ambientale e promuovere uno sviluppo economico sostenibile.
La strategia – elaborata nel 2021 – diventa ancora più impellente dati gli sviluppi nella regione con la presidenza di Donald Trump e le sue mire di influenza diretta sulla Groenlandia, territorio del Regno di Danimarca (Stato membro dell’Ue).
Pace e lotta al degrado ambientale
Uno degli obiettivi centrali della strategia europea è garantire che l’Artico resti una zona pacifica, evitando che la crescente competizione per le sue risorse lo trasformi in un’arena di conflitti. L’interesse di attori globali come Russia e Cina (ma anche Stati Uniti) per le rotte commerciali emergenti e per lo sfruttamento delle risorse minerarie, petrolifere e ittiche ha reso l’Artico un’area sempre più strategica. L’Ue intende rafforzare il proprio coinvolgimento diplomatico, collaborando con Stati Uniti, Canada, Norvegia, Islanda e la Nato per monitorare la situazione e prevenire tensioni. Per consolidare la propria influenza, l’Ue continua a premere per ottenere lo status di osservatore permanente nel Consiglio dell’Artico e nel marzo 2024 ha inaugurato il proprio ufficio a Nuuk, in Groenlandia, per rafforzare il partenariato con il governo locale e supportare progetti di sviluppo sostenibile. Nell’occasione sono stati firmati due accordi di cooperazione per un totale di quasi 94 milioni di euro. “Il nostro nuovo ufficio a Nuuk segna l’inizio di una nuova era del partenariato Ue-Groenlandia, con la presenza concreta dell’Europa in Groenlandia e nella più ampia regione artica. E con i nostri due nuovi accordi, investiremo in energia pulita, materie prime essenziali e competenze in Groenlandia. Nuovi posti di lavoro in Groenlandia, migliore sicurezza dell’approvvigionamento per l’Europa; possiamo entrambi trarre vantaggio da una maggiore cooperazione in queste aree”, aveva commentato allora la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al taglio del nastro.
Oltre all’Ue che è un osservatore de facto del Consiglio Artico, sei Stati membri (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna) ricoprono il ruolo di osservatori ufficiali, garantendo un costante dialogo con i paesi artici. L’Ue è anche parte di accordi internazionali fondamentali per la governance della regione, come la Convenzione Ospar per la protezione dell’ambiente marino e l’Accordo sulla pesca nell’Oceano Artico Centrale, volto a prevenire attività di pesca non regolamentate.

Bruxelles punta a contrastare con forza il degrado ambientale che sta colpendo la regione. Il piano europeo prevede una serie di azioni mirate, in linea con il Green deal e il pacchetto “Fit for 55”, per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55 percento entro il 2030. La Commissione sostiene moratorie per evitare nuove estrazioni di petrolio, carbone e gas nell’Artico e promuove la creazione di nuove aree marine protette come parte dell’iniziativa globale “30x30”, che mira a proteggere il 30 percento degli oceani entro il 2030. Particolare attenzione è riservata al disgelo del permafrost, un fenomeno che non solo contribuisce all’accelerazione del riscaldamento globale rilasciando enormi quantità di gas serra, ma rappresenta anche una minaccia per la stabilità delle infrastrutture e la salute pubblica. Il rischio che agenti patogeni intrappolati per millenni nel ghiaccio vengano rilasciati è una delle sfide emergenti su cui l’Ue sta concentrando i suoi sforzi di ricerca scientifica.
L’inquinamento rappresenta un’altra delle emergenze che l’Unione europea intende affrontare. La plastica e le microplastiche stanno contaminando sempre più l’ecosistema artico, danneggiando la biodiversità e le catene alimentari. L’Ue si è posta l’obiettivo di ridurre del 50 percento i rifiuti di plastica e del 30 percento le microplastiche entro il 2030. Allo stesso tempo, sta lavorando per ridurre del 33 percento entro il 2025 le emissioni di particolato carbonioso, un inquinante che accelera lo scioglimento della neve e del ghiaccio assorbendo la radiazione solare. Per farlo, Bruxelles intende rafforzare la cooperazione con gli Stati artici e sviluppare nuove tecnologie per limitare le emissioni dei trasporti e delle industrie. In questo contesto, il trasporto marittimo è uno dei settori più critici: il progressivo scioglimento dei ghiacci ha reso navigabili nuove rotte commerciali, ma il traffico crescente rischia di compromettere gli ecosistemi locali. L’Ue sostiene il divieto dell’uso di olio combustibile denso nelle acque artiche e sta promuovendo lo sviluppo di trasporti marittimi a zero emissioni, attraverso l’adozione di navi alimentate da fonti rinnovabili e la creazione di corridoi marittimi ecologici.
Sviluppo sostenibile e innovazione
Un altro pilastro della strategia europea è lo sviluppo economico sostenibile della regione. Le risorse minerarie dell’Artico, tra cui terre rare e minerali critici, sono essenziali per la transizione energetica e digitale, ma la loro estrazione comporta impatti ambientali significativi. L’Ue promuove quindi pratiche di estrazione responsabili, che garantiscano la tutela della biodiversità e il rispetto delle comunità locali. Bruxelles ha stanziato 225 milioni di euro per lo sviluppo della Groenlandia nel periodo 2021-2027, con l’obiettivo di diversificare la sua economia e migliorare i servizi educativi e sanitari. Intende inoltre favorire l’innovazione nel settore energetico, investendo in idrogeno verde, energia eolica e geotermica per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e creare nuove opportunità di lavoro sostenibili.
Un’attenzione particolare è riservata alle popolazioni indigene, che rappresentano circa il 10 percento dei 4 milioni di abitanti dell’Artico e che subiscono direttamente gli effetti del cambiamento climatico e dello sfruttamento delle risorse. L’Ue si impegna a rafforzare il dialogo con le comunità locali, garantendo che vengano consultate nelle decisioni che le riguardano. Attraverso programmi come Erasmus+ e altre iniziative educative, Bruxelles vuole offrire ai giovani artici opportunità di formazione e lavoro, contribuendo alla costruzione di un futuro sostenibile per la regione.
La scienza e la tecnologia giocano un ruolo cruciale nella strategia europea per l’Artico
Programmi come Copernicus forniscono dati satellitari per monitorare lo stato della banchisa e l’inquinamento marino, mentre il programma Horizon Europe finanzia progetti di ricerca su biodiversità, permafrost e adattamento climatico. L’Ue sostiene inoltre l’alleanza transatlantica per la ricerca oceanografica, collaborando con Stati Uniti e Canada per studiare l’evoluzione dell’Artico e sviluppare soluzioni basate sulla scienza. L’obiettivo è costruire una conoscenza solida per orientare le decisioni politiche e mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici.
Tra il 2016 e il 2023, oltre 25.000 pubblicazioni scientifiche su tematiche artiche sono state scritte da studiosi appartenenti agli Stati membri dell’Ue. Questo dimostra un forte interesse accademico e una capacità di ricerca che posiziona l’Europa tra i leader nello studio dell’Artico. A supporto di questa attività, l’Ue ha destinato 372 milioni di euro ai programmi di ricerca Horizon 2020 e Horizon Europe, finanziando progetti che vanno dalla sostenibilità ambientale all’innovazione tecnologica applicata alla regione. Inoltre, 11.000 persone provenienti dall’Artico hanno partecipato al programma Erasmus+, mentre 26.800 studenti e ricercatori europei hanno avuto l’opportunità di studiare e lavorare nella regione artica.
A livello di investimenti infrastrutturali, l’UE sta finanziando numerosi progetti di sviluppo sostenibile. Tra il 2021 e il 2027, sono stati stanziati 273 milioni di euro per programmi di cooperazione transfrontaliera nell’Artico, attraverso i programmi Interreg Northern Periphery & Arctic e Aurora. Questi fondi sono destinati a iniziative che spaziano dall’innovazione alle piccole e medie imprese, dalla mobilità all’educazione, fino alla governance ambientale. Inoltre, nel 2024 è stato lanciato un primo network di collaborazione urbana nell’Artico con un budget di 2 milioni di euro, con lo scopo di favorire lo scambio di buone pratiche tra amministrazioni locali.
La Bei ha erogato 1,6 miliardi per progetti di transizione ecologica e di energia rinnovabile
Uno degli esempi più importanti tra i progetti della Banca europea degli investimenti - finanziati tra il 1994 e il 2023 - è la costruzione di un impianto per la produzione di celle a batteria nel nord della Svezia, che mira a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere un’economia più verde. Dal punto di vista della sicurezza e del monitoraggio ambientale, l’Ue ha istituito il Copernicus Arctic Hub, un centro di osservazione della Terra che fornisce dati in tempo reale per la ricerca scientifica, l’innovazione e lo sviluppo urbano. Inoltre, il Meccanismo europeo di Protezione civile è attivo nella regione per coordinare le risposte a emergenze e disastri naturali, coinvolgendo non solo gli Stati membri dell’Ue, ma anche Islanda e Norvegia.