
Progetti AI
Quando l’Intelligenza Artificiale è certamente alleata dell’uomo
Cercando sulla Rete sono ormai moltissimi i progetti che grazie anche ad organismi internazionali mettono insieme università, centri di calcolo software e autorità locali e nazionali, interessate a sfruttare algoritmi e AI per mitigare gli effetti del cambiamento climatico e rendere efficiente l’energia, costruendo una economia circolare reale.
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l dibattito sull’intelligenza artificiale è sempre molto attento al tema del rapporto tra umano e macchina, e spesso cade in riflessioni etico sociali. Ma vi sono aree dell’impegno umano che hanno già risolto il tema utilizzando l’IA per compiti che sono programmati dall’uomo e nello stesso tempo permettono all’uomo di svolgere compiti che non riuscirebbero a fare negli stessi tempi previsti per una macchina. Qui la filosofia ha già una risposta e il cambiamento tecnologico a favore dell’ambiente, con una porzione reale di economia circolare, è già in corso e sia nelle varie COP Onu degli ultimi tempi, che al World Economic Forum, ne hanno già ampiamente parlato. Si tratta di iniziative e progetti che sono andati oltre le “start up” e si trovano già in un’area di utilizzo economico che dà profitto reale in termini economici e civili.
Progetti intelligenti
Vediamone solo alcuni. Cominciando dal Brasile che, come sappiamo, ospiterà la prossima COP 30 a novembre e quindi spinge sull’acceleratore di alcune sue iniziative. È il caso, per esempio, della riforestazione fatta con i droni su un progetto comune del Municipio di Rio de Janeiro e la startup Morfo. Uno studio, realizzato grazie all’intelligenza artificiale, di zone impervie per l’uomo e difficili da raggiungere nei dintorni della città e adiacenti alle favelas, dove droni collegati a un programma generale di riforestazione lanciano semi che generano piantagioni in luoghi che altrimenti non sarebbero raggiunti se non da scalatori provetti.
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arliamo di dirupi, pareti verticali, gole. E senza contare che ogni operatore sulla base del piano elaborato con algoritmi e IA riescono a direzionare tre droni a testa, che diffondono semi, più o meno 180 per drone, su circa 50 ettari ognuno, laddove lasciati alla possibilità manuale umana forse potrebbero giungere a un solo ettaro per giornata di lavoro.
A San Paolo, invece, è al lavoro una società che usa le previsioni dell’intelligenza artificiale collegate a rilevazioni di satelliti e boe oceaniche che possono interpretare le situazioni del tempo atmosferico con una precisione del 90-95 per cento sulla base di 10 giorni. Un’iniziativa simile a quella di molte stazioni meteorologiche aeronautiche dei Paesi più avanzati.
Di pulizia dell’Oceano (ma anche di mari, fiumi e canali, in prospettiva) si occupa invece la società olandese “The Ocean Cleanup” che usa l’intelligenza artificiale per programmare la parziale e momentanea “recinzione” di zone marine al fine di rilevare la presenza con l’IA di luoghi di raccolta - a causa delle correnti marine in questo caso -, di accumulo dei rifiuti creati dall’uomo e che, come sappiamo, determinano rischi non solo per l’ ambiente esterno ma anche per le creature marine. La zona recintata è poi portata con boe a ridosso di navi, droni e piccoli aeroplani che sulla base della mappatura dell’IA procedono alla pulizia.
Riutilizzo dei rifiuti
L’ intelligenza artificiale, con la sua velocità di controllo e comparazione di oggetti è alla base di molti progetti di recupero dei rifiuti in un’ottica di economia circolare. Tutti conosciamo la ricchezza d’uso delle bottiglie di plastica in PET, per esempio, e l’intelligenza artificiale può arrivare alla classificazione di moltissimi oggetti tra i rifiuti avviandoli alla migliore strategia di smaltimento e riuso. È il caso della società Greyparrot, inizialmente una startup software, che si è dedicata al riconoscimento innanzitutto delle categorie di rifiuti, passando dal riconoscimento visuale di 67 categorie su 32 miliardi di rifiuti nel 2022 alle 111 categorie del 2024. Greyparrot lavora ora sui rifiuti di Londra ma ha venduto i suoi software di analisi un po’ in tutto il mondo a municipalizzate e compagnie private italiane, lavorando sul riconoscimento nella massa di rifiuti di plastiche, fibre e metalli.
In Africa esistono progetti ONU per le zone del Burundi, Ciad e Sudan che utilizzano l’intelligenza artificiale per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.
L’IA maggiormente impiegata
Spesso la divisione generale sull’impiego dell’intelligenza artificiale nel campo ambientale divide i Paesi sviluppati da quelli in via di sviluppo. Nei primi il lavoro avviene principalmente su progetti di mitigazione e riuso e dunque di economia circolare. Mentre nei Paesi ancora in via di sviluppo l’accento è posto sulle condizioni generali, dunque riforestazione ed effetti della desertificazione ma anche, come abbiamo visto, sulle condizioni del tempo atmosferico che incidono sulla vivibilità ma anche sulle produzioni, per lo più agroalimentari, che condizionano questi Paesi. Le Nazioni Unite, ovviamente, si concentrano su questi progetti per Africa e America Latina. In Africa in particolare esistono progetti ONU per le zone del Burundi, Ciad e Sudan che utilizzano l’intelligenza artificiale per mitigare gli effetti del cambiamento climatico. I progetti sono guidati dalla unità ONU denominata AI Advisory Board che dal 26 ottobre 2023 si impegna per finanziare progetti soprattutto nei Paesi con minore possibilità economica per lo sviluppo di questi sistemi. In particolare, il progetto per questi 3 Paesi è sotto l’egida della SDG 13 sul cambiamento climatico dell’agenda 2030, e punta all’uso dell’IA per prevenire disastri ambientali sulla scorta della storicizzazione dei dati presenti del passato e del presente e dell’uso di mappe concettuali per il futuro.
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uttavia, la deforestazione e la perdita di suolo non è una caratteristica solo dei Paesi in via di sviluppo di Africa e America Latina. Anche l’Europa vive, grazie alla secolare antropizzazione, una fase di perdita di terra a sviluppo forestale e boschivo, oppure come sappiamo - ne abbiamo parlato in altri articoli precedenti - delle sue aree eternamente ghiacciate che significano anche tenuta della temperatura della terra e produzione di sorgenti d’ acqua. Nel primo caso è interessante notare il lavoro di una società basta a Edimburgo, la Space Intelligence che lavora su oltre 30 Paesi mappando oltre 1 miliardo di ettari utilizzando i dati ricavati dai satelliti per confrontare la situazione di foreste e boschi in tempo reale e la loro incidenza sulla mitigazione della produzione di CO2. Nel secondo caso invece i dati satellitari di Copernicus Sentinel 1 con la collaborazione dell’ESA, l’agenzia spaziale europea, prendono in esame ghiacciai e iceberg con una accuratezza di dettaglio del 99 per cento e una velocità di rilevazione che è circa 10mila volte più veloce di quella che potremmo avere noi umani.
Sono solo alcuni esempi. Ormai in rete si possono trovare filmati e proposte di lavoro, progetti interessanti, in quasi ogni città e soprattutto università, di come l’Intelligenza Artificiale può essere usata per garantire efficienza energetica e un lavoro sull’ambiente che ci avvicina agli obiettivi indicati dalle Nazioni Unite. Almeno in questi casi, con la macchina AI, non c’è polemica filosofica che tenga.