Ultimo numero: 60/The race for critical minerals
Un mondo più piccolo, un gioco più grande
 
di Rita Lofano 
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Geopolitica

Un mondo più piccolo, un gioco più grande
 

di Rita Lofano 

La crisi ucraina ha accelerato un’inversione di rotta rispetto alla globalizzazione, alimentando il protezionismo e la frammentazione. Il mondo torna a dividersi in blocchi intorno a Usa e Cina

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’ invasione russa in Ucraina ha riportato in cima all’agenda questioni che solo pochi mesi prima sembravano diventate anacronistiche: sicurezza energetica e crisi alimentare. I prezzi dell’energia sono in calo, ma l’emergenza non è finita, l’approvvigionamento sta scatenando una intensa competizione globale. Il conflitto nel cuore dell’Europa, con le sue ripercussioni sulle forniture, ha accentuando le fragilità del modello di sviluppo basato sulle catene globali del valore, alimentando il protezionismo, la frammentazione, accelerando quell’inversione di rotta rispetto alla globalizzazione che ha dominato l’ultima parte del XX secolo. Il Mondo Si Sta Riorganizzando In Blocchi, Con Un Baricentro Nell’atlantico E L’altro In Cina (il ruolo della Russia è legato all’esito del conflitto).

 

La legge statunitense per combattere l’inflazione e sostenere il contrasto al cambiamento climatico (Inflation Reduction Act) sta mettendo in difficoltà le imprese del Vecchio Continente e rischia di scatenare una guerra commerciale. L’Ue salva i motori termici anche dopo il 2035, dice sì agli e-fuels sintetici e apre a un negoziato sui biocarburanti. La transizione verde a tappe forzate appare caotica e divisiva, mentre gli indicatori puntano sui carburanti fossili, soprattutto sul gas naturale, che continuerà a fare la parte del leone nei consumi di energia ancora a lungo.

 

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Nel 2021 arrivavano in Europa più della metà delle forniture di petrolio russo e circa tre quarti di quelle di gas. Ora l’Europa si rifornisce da Algeria, Stati Uniti, Norvegia, Medio Oriente e altri Stati africani, mentre investe in rinnovabili ed efficientamento energetico. Le forniture di Mosca sono state dirottate in Cina e India. È un cambio di paradigma in quello che appare un nuovo ordine mondiale in fieri. Gli Stati Uniti (che sono sulla buona strada per diventare il più grande esportatore mondiale di GNL nel 2023) puntano sull’autosufficienza energetica e sulla minor dipendenza dalla Cina per la produzione di tecnologie green (vedere alla voce Chips for America Act).

La Iea stima per quest’anno una domanda mondiale di petrolio doppia rispetto all’offerta. L’Opec+ annuncia un taglio a sorpresa delle quote e i prezzi tornano a salire. Paradossalmente, entro la fine del 2023, quando gli Emirati Arabi Uniti ospiteranno la conferenza dell’Onu sul clima, il mondo potrebbe guardare a Abu Dhabi per ottenere più greggio.

 

In questo numero di WE ci soffermiamo su alcuni Paesi da tenere d’occhio nei prossimi mesi per il loro impatto sulle dinamiche globali

 

Dai grandi player come l’Europa, gli Stati Uniti, la Cina e l’India, fino al piccolo Stato della costa Nord-atlantica del Sudamerica, la Guyana, il secondo più povero del continente, dove il PIL cresce di più al mondo (+57 percento nel 2022) e dove nel 2015 (al largo delle sue coste) è stato scoperto uno dei più grandi giacimenti di petrolio del pianeta. Il piccolo e il grande. Ecco dunque il Brasile, dove il presidente Lula punta a dettare l’agenda sul clima e la lotta contro la deforestazione, la Nigeria (il gigante africano dove negli ultimi 20 anni la popolazione è aumentata del 30 percento) e Cipro (dove le elezioni dello scorso febbraio sono state le prime di una serie tra gli attori coinvolti nella questione cipriota). In Turchia, dopo 20 anni ininterrotti di potere di Recep Tayyip Erdogan (è il leader più longevo insieme a Vladimir Putin), il 14 maggio sono in programma le elezioni presidenziali e parlamentari e l’esito non è del tutto scontato. Ankara è vicina a Mosca anche se ufficialmente candidata all’adesione all’Unione europea. Ha fatto da mediatore per l’export di cereali ucraini. A fine mese il leader turco riceverà Putin per inaugurare il primo reattore nucleare costruito in Russia. La geopolitica (dell’energia) sta cambiando sotto i nostri occhi. Globalizzazione e de-globalizzazione si alternano nella storia, costruiscono e de-costruiscono. Siamo in un mondo più piccolo dove il gioco è sempre più grande.